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In occasione del 40º anniversario della riorganizzazione della Missione Italiana presentiamo una serie di articoli che tracciano la storia della Chiesa in Italia nel periodo 1929 -1966.
E' interessante guardare indietro a quegli anni, riconoscendo come persone ed eventi, più o meno importanti, hanno contribuito alla rinascita della Chiesa in Italia.

PRELUDIO ALLA RINASCITA DELLA CHIESA IN ITALIA
di Salvatore Velluto

Introduzione

Il 2 agosto 1966 l'apostolo Ezra Taft Benson, organizzò la Missione Italiana della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Lo stesso anziano Benson ridedicò l'Italia al lavoro missionario il 10 novembre 1966, offrendo una solenne preghiera dai pendii del Monte Vandalino, in prossimità di Torre Pellice (TO). In questa stessa località, 116 anni prima (19 settembre 1850) un altro apostolo, Lorenzo Snow, aveva offerto anch'egli una preghiera dedicatoria ed aveva costituito la prima Missione Italiana che rimase operativa fino al 1867.

Gli eventi che portarono alla rinascita della Chiesa in Italia nel 1966, ebbero inizio indirettamente nei drammatici anni che precedettero la Seconda Guerra Mondiale. In quel periodo la presenza mormone sul territorio italiano era trascurabile. Ciononostante, gli avvenimenti che si verificarono negli anni dell'anteguerra ebbero un'influenza determinante sul futuro della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni e delle altre minoranze religiose in Italia.

Parte prima: Dai Patti Lateranensi allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale

L'11 febbraio 1929, a Roma, nel palazzo di San Giovanni in Laterano, venne firmato un trattato tra la Santa Sede ed il Regno d'Italia. I firmatari furono il cardinale Pietro Gasparri, Segretario di Stato della Santa Sede e Benito Mussolini, Primo Ministro e Capo del Governo italiano. Questo trattato, comunemente conosciuto come "Patti Lateranensi" affermava al suo articolo 1º:

"L'Italia riconosce e riafferma il principio consacrato nell' art. 1 dello Statuto del Regno 4 marzo 1848, pel quale la religione Cattolica Apostolica e Romana è la sola religione dello Stato"

Il 24 giugno 1929 il Governo italiano approvò la Legge n.1159 nella quale venivano elencate le disposizioni sull'esercizio dei culti ammessi nello Stato. L'articolo 1º di questa legge dichiarava:

"Sono ammessi nel regno culti diversi dalla religione cattolica apostolica romana, purché non professino princìpi e non seguano riti contrari all'ordine pubblico o al buon costume. L' esercizio, anche pubblico, di tali culti è libero."
La designazione di "culti ammessi" faceva riferimento esclusivamente alle confessioni di minoranza "tradizionalmente note" sotto il Regime. Tra queste figuravano la Chiesa Valdese, le comunità Israelitiche, le comunità delle Associazioni Evangeliche Italiane quali : Chiesa dei Fratelli, L'Opera della Chiesa Evangelica, le comunità battiste, le comunità metodiste episcopali, le comunità metodiste wesleyane, comunità anglicane, episcopali americane, presbiteriane scozzesi e L'Esercito della Salvezza. A queste si aggiungevano alcune associazioni formatesi in Italia, ammesse a svolgere la loro attività religiosa benché sfornite di personalità giuridica come: Avventisti, Pentecostali, Fratelli Stretti o darbisti, Chiesa Italiana presbiteriana, ecc., nonché le varie associazioni di carattere religioso-sociale come la YMCA, l' UCDG, la Società Biblica Britannica e Forestiera ed infine le comunità ortodosse, jugoslave, greche e russe. La "legge sui culti ammessi" fu complessivamente ben accolta dalle religioni di minoranza poichè enfatizzava, tra gli altri, la pienezza dei diritti civili e politici a prescindere dal culto professato, e la libertà di discussione in materia religiosa.

Nel 1929 La Chiesa di Gesù Cristo (Bickertoniti) con sede a Monongahela, nello stato americano della Pennsylvania, pubblicò una versione in lingua italiana del Libro di Mormon che venne distribuita, inizialmente, tra la grossa comunità di immigranti italiani dell'area e successivamente in Italia, nell'immediato dopoguerra.

Il 28 febbraio 1930 il Governo Italiano approvò, con Regio Decreto n.289 la normativa che regolamentava la messa in pratica della precedente "legge sui culti ammessi". Questi regolamenti prevedevano, ancor più della stessa legge, un sistema che favoriva un controllo politico ed una estesa ingerenza sui culti diversi dal cattolico. Ciò si tradusse in una serie di gravi restrizioni alla libertà dei culti, seguite da una crescente ostilità verso le minoranze religiose.

Nel 1930, presso la sede centrale della Chiesa a Salt Lake City venne completata la rilegatura di ottocento (delle iniziali mille) copie in italiano del Libro di Mormon che furono stampate originariamente nel 1852.

Il 18 maggio 1930, Vincenzo Di Francesca, un ex pastore protestante residente a Gratteri (PA) notò per caso il termine "Mormon" in un dizionario enciclopedico francese, scoprendo la fonte del prezioso libro senza titolo che aveva rilevato da un barile di ceneri, 20 anni prima, mentre resiedeva a New York. Questo libro (Il Libro di Mormon) aveva completamente rivoluzionato la sua vita motivandolo ad una imperterrita ricerca della verità che risultò nell'espulsione dall'ordine pastorale e nei 40 anni di attesa per poter ricevere il battesimo nella Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (18 gennaio 1951). A seguito della fortuita scoperta del termine sul dizionario il Di Francesca scrisse al Rettore dell'Universitá Brigham Young con sede a Provo, nell'Utah. La sua lettera venne consegnata al presidente della Chiesa Heber J. Grant che rispose mandandogli una copia del Libro di Mormon in italiano e mettendolo in contatto con John A. Widtsoe, Presidente della Missione europea con sede a Liverpool in Inghilterra.

Il 15 giugno 1932 l'apostolo John A. Widtsoe si recó fino a Napoli, per incontrare e battezzare il Di Francesca. Questi però fu impossibilitato a raggiungere la città partenopea a causa di scontri tra fascisti e antifascisti verificatisi in Sicilia.

A partire dal 1935 la politica fascista divenne crescentemente persecutoria nei confronti delle minoranze religiose italiane. I Valdesi vennero esclusi dalle cariche pubbliche e messi sotto sorveglianza col sospetto di causare pericolo; gli Avventisti del Settimo Giorno furono considerati di tendenze antinazionali poichè il loro clero era in preponderanza di origine straniera; l'Esercito della Salvezza subì un simile trattamento in quanto sospettato per la sua appartenenza ad una organizzazione internazionale con sede a Londra; i Pentecostali subirono forti discriminazioni che giungero fino all'arresto ed al confino; i Testimoni di Geova vennero anch'essi messi al confino e subirono anche alcune perdite nei campi di concenrtamento nazisti.

Nel 1937 Spencer W. Kimball (da poco rilasciato da presidente di Palo, dopo dodici anni di servizio) e sua moglie Camilla si recarono in Francia per partecipare a una conferenza internazionale del Rotary Club, dopodiché fecero un breve giro turistico in Italia facendo tappa a Genova, Venezia, Firenze, Pisa, Roma e Napoli.

Nel 1937 Vincenzo Di Francesca venne convocato a Roma dall'apostolo Hugh B. Brown che si stava recando lì appositamentente per battezzarlo. La lettera di convocazione però arrivò al Di Francesca con estremo ritardo, impedendogli ancora una volta di ottenere l'ordinanza battesimale tanto agognata.

Dal 5 settembre 1938 fino al 28 febbraio 1945 lo Stato italiano emanò diversi provvedimenti di legge antiebraici. Circa 50.000 cittadini italiani, definiti "di razza ebraica" furono soggetti a severe persecuzioni che risultarono nell'esclusione dalle scuole, perdita di posti di lavoro, perdita di proprietà immobiliare e di attività industriale e commerciale, confino, imprigionamento, lavori forzati e morte. Da quest'atmosfera di estrema intolleranza scaturirono anche nuove vessazioni contro le chiese evangeliche ed altre minoranze religiose presenti in Italia.

Nel 1939 l'apostolo Joseph Fielding Smith e sua moglie Jessie fecero un giro per le missioni d'Europa. Essi visitarono l'Italia incontrandovi pochissimi membri isolati. Il 4 luglio 1939, mentre erano a Firenze, si svegliarono al rumore degli stivali delle "camicie nere" di Mussolini che marciavano sotto le finestre del loro hotel.

A partire dal 24 agosto del 1939 i missionari statunitensi, vennero richiamati dalle missioni europee poiché la guerra stava per scoppiare (Hitler invase la Polonia una settimana dopo). L'opera di evacuazione fu ardua e complicata e si risolse sotto circostanze miracolose. Joseph Fielding Smith coordinò il rimpatrio dei missionari e ritornò, a novembre, negli Stati Uniti, ad opera compiuta.

Il presidente della Missione Europea Thomas E. McKay tornò in patria nell'aprile del 1940. In occasione della Conferenza Generale dell'ottobre 1941, lo stesso riferì che dieci delle dodici sedi di missione erano rimaste aperte e che le riunioni continuavano regolarmente sotto la direzione dei dirigenti locali. Queste missioni si trovavano in Belgio, Svizzera, Danimarca, Inghilterra e Germania. Lo scoppio della guerra interruppe le comunicazioni tra Salt Lake City e molti dei Santi europei che dovettero affrontare il periodo bellico senza la guida delle autorità ecclesiastiche centrali. Tranne Vincenzo Di Francesca, dei pochissimi membri residenti in Italia in questo periodo non si hanno notizie precise.

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