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Mario V. Vaira

Primo Presidente di Palo in Italia (Palo di Milano) dal 7/6/1981 al 20/10/1987
Presidente della Missione Italiana di Catania (1/7/1988 - 1/7/1992)
Primo Presidente italiano del Tempio svizzero (1/9/1993 - 31/8/1996)

Coniugi Vaira
Il Presidente Mario Vittorio Vaira e la Sorella Francesca Rosa Vaira Casazza

Storia della nostra conversione

Cari fratelli e sorelle, oggi vorrei raccontarvi la storia della mia conversione e quella di Rosa, mia moglie, che é avvenuta contemporaneamente.

     Ho lavorato per molti anni a Milano dove, dal 1961 al 71, ero occupato presso una grande industria la cui sede era a poche centinaia di metri dalla prima cappella aperta dalla Chiesa in quella città. Ogni giorno, per tutti gli anni in cui la cappella era aperta, sono passato in quei pressi senza mai incontrare i missionari, né essi sono mai arrivati a suonare alla nostra porta, che era sempre nella stessa zona, poco distante, forse perché il custode dello stabile impediva loro l'accesso ai numeri interni.

     Da qualche tempo ero tuttavia pressato da una proposta di lavoro che ci avrebbe riportato a Genova. Non ero particolarmente interessato perché il lavoro che conducevo mi piaceva ed era ben retribuito, ma le mie origini genovesi mi suggerivano, dopo tanti anni trascorsi lontano dalla mia città, di tornarvi prima o poi. Ad un certo punto, proprio nel 71, vi fu una accelerazione e Rosa ed io decidemmo di accettare la proposta genovese.

     Ci trasferimmo quindi a Genova ed io iniziai il nuovo incarico di lavoro. Ma le cose non andarono bene e dopo poco più di un anno ci rendemmo conto che non potevamo continuare. Dovevamo prendere una decisione.

     Un mattino, dopo l'orario di lavoro, tornai a casa per il pranzo e trovai Rosa sul pianerottolo di casa che parlava con due giovani americani. Avevano una targhetta all'altezza del taschino con i loro nomi: Anziano Young e Anziano Frustaci. Rosa mi chiese se avrebbero potuto tornare per parlarci un poco ed io acconsentii subito. Non ne capivo il motivo, ma la cosa mi interessava, sentivo una buona disposizione d'animo.

     Tornarono presto e ci dissero cosa rappresentavano, ci parlarono della restaurazione della Chiesa primitiva di Gesù Cristo, di Joseph Smith il Profeta, della grande apostasia, della parola di saggezza, della decima, e di molto altro. Tutto questo nel corso di tre incontri serali. Sapete, allora non vi erano i colloqui guidati ed i missionari parlavano liberamente, guidati dallo spirito ed ispirati anche dalle domande rivolte loro da chi li ospitava. (Oggi siamo tornati ad un analogo metodo di approccio missionario.) Andammo avanti, noi nella speranza di convertirli al cattolicesimo, visto che eravamo due cattolici attivi a praticanti, loro perché sentivano, come poi ci é stato detto, di aver trovato "una famiglia d'oro". Ogni domenica mattina andavamo nella cappella di Genova della Chiesa di Gesù Cristo e partecipavamo a tutte le riunioni con interesse crescente. Al pomeriggio andavamo a Messa nella nostra Parrocchia. Leggevamo le scritture che i missionari ci suggerivano e ci preparavamo le domande da porre loro all'incontro successivo. Volevamo convincerli che la loro interpretazione scritturale non era corretta, ma vincevano sempre loro. Nel frattempo l'Anziano Young era tornato a casa per la fine della sua missione ed era stato sostituito dall'Anziano Fred Hoopes, un verdino appena arrivato sul campo. Lui e l'Anziano Frustaci ci erano e ci sono tuttora molto cari.

     Tutto cominciò con la parola di saggezza. Io e Rosa fumavamo abbastanza ed un buon bicchiere di vino, imbottigliato in casa, non ci dispiaceva a pranzo ed a cena. Ma una sera ci fu la decisione. Avevo fatto molti tentativi di ridurre il fumo senza mai riuscirvi, ma quella sera lo spirito era così forte e la convinzione così sicura che la decisione fu presa: non avremmo più fumato nè bevuto alcolici o caffé. Questo fu il primo passo e la decisione fu irrevocabile. Da quella sera lasciammo per sempre quelle cose. Fu una decisione di estrema importanza mentre continuavamo a frequentare la Chiesa, a ricevere insegnamenti, a discutere con i missionari, perché lo spirito prese il sopravvento. Ormai avevamo rinunciato al progetto di convertire i missionari, ma lottavamo con noi stessi, assillati da un serio dilemma: se avessimo lasciato il cattolicesimo e ci fossimo battezzati nella Chiesa dei Mormoni avremmo dovuto considerarci degli apostati?

     Fu così che iniziammo ricerche parallele per mettere alla prova quanto avevamo conosciuto nelle ultime settimane, confrontandolo con quanto avevamo saputo da sempre, ma ciò sotto una nuova luce, una spinta spirituale, un potere di discernimento che si faceva strada in noi. Il primo approccio fu con il nostro parroco che vedevamo sempre fare ottimi sermoni dal pulpito. Ci fermammo in Chiesa una festività e al termine delle funzioni gli aprimmo il nostro cuore: parlammo della Chiesa, del Profeta Joseph Smith, della restaurazione della Chiesa primitiva, della nostra ricerca per fugare i dubbi che erano sorti in noi dopo aver ascoltato i missionari ed aver approfondito scritture antiche e moderne, gli parlammo del Libro di Mormon e della rivelazione continua. Egli ci ascoltava con interesse ma la sua attenzione si concentrò sulla parola di saggezza ed il suo intervento, dopo alcune domande che ci pose, fu: "Figlioli cari, la vita è già tanto difficile, perchè volete privarvi delle piccole gioie che possono dare un caffé, una sigaretta, un buon bicchiere?" Cercavamo una risposta spirituale e illuminata dallo Spirito Santo, non ricevemmo nulla, solo osservazioni banali.

     Ci recammo allora a Milano per parlare con il vice parroco della Chiesa Cattolica che avevamo frequentato. Era un prete giovane, sulla trentina. Ci ascoltò attentamente, ci pose delle domande che denotavano un grande interesse. Non sapeva nulla della Chiesa. Alla fine ci disse: "Fratelli, se lo spirito vi suggerisce di seguire questa religione e vi sentite felici di seguirla, fatelo. Il Signore vi benedirà" Un prete illuminato dallo spirito e molto saggio.

     Ci recammo poi nella principale biblioteca pubblica di Genova e cercammo libri sul mormonismo e su Joseph Smith. Trovammo alcuni libri di natura storica ed altri che tracciavano biografie di alcuni Santi, fra i quali Joseph Smith e Brigham Young. Alcuni erano molto critici e tacciavano Joseph di stregoneria, di occultismo, di fare sfoggio di capacità magiche, di essersi presentato come rabdomante e di aver truffato molte persone. Un libro esponeva le traversie dei Santi a causa delle persecuzioni e della loro emigrazione all'ovest. Tutti parlavano molto severamente del matrimonio plurimo definendo la Chiesa come una setta costituita da persone strane e poco credibili.

     Ci recammo in una grossa libreria ed acquistammo due libri interessanti: "La religione e le religioni" (Una panoramica su tutte le confessioni religiose esistenti nel mondo, ma molto superficiale), il secondo era "La storia della Chiesa" (Cattolica) scritta da due teologi dell'Università di Torino con l'imprimatur del Vaticano. Un libro storico ufficiale. Ci dedicammo alla lettura e scoprimmo, pagina dopo pagina, che la storia della Chiesa Cattolica era esattamente la storia dell'apostasia. Una relazione fredda e circostanziata di avvenimenti terribili, di decisioni gravissime, di azioni nefaste, di uccisioni premeditate, di compravendita di poltrone vescovili, di sopraffazioni a non finire, di decisioni di natura religiosa prese da principi e duchi. Alcune volte i due storici avevano troncato la loro relazione storica con la frase "Stendiamo un velo pietoso su quanto accadde..." La descrizione di certi Concili Vaticani lascia esterrefatti e analogamente le decisioni prese durante quei Concili. Il nostro terrore di cadere in apostasia lasciando la Chiesa Cattolica si dissolse istantaneamente.

     Pregammo molto, specialmente Rosa, che pianse calde lacrime. Nel frattempo avevamo continuato gli incontri con i missionari e con i membri della Chiesa e la frequenza domenicale. La luce si faceva strada progressivamente. Ma a questo punto io mi ammalai piuttosto seriamente, il medico curante diagnosticò una appendicite che richiedeva l'intervento chirurgico. Seguì il ricovero in clinica e la preparazione. Ma prima di esso i missionari mi conferirono una benedizione del Santo Sacerdozio ungendo il mio capo con l'olio consacrato.

     L'intervento denunciò una situazione grave, non era appendicite ma morbo di Krone, una malattia che richiede asportazioni di tratti intestinali e che facilmente conduce alla morte in un tempo non molto lungo. Il chirurgo era inviperito perchè non era assolutamente preparato ad una siffatta situazione. Infatti non fece altro che ispezionare, attraverso l'incisione, i tratti intestinali che gli fu possibile estrarre, poi richiuse lasciando una sonda. Affrontò Rosa come se fosse stata responsabile della situazione (io dormivo beatamente per l'anestesia) e si propose di rimandarmi a casa al più presto. Per questo nei giorni successivi inserì, attraverso la sonda, massicce dosi di antibiotici per eliminare l'infezione e i granulomi che aveva constatato esistere. Era il mese di Agosto ed i missionari ogni giorno percorrevano la lunga strada in salita per venire a trovarmi, sempre con la giacca che allora non poteva essere tolta. Erano ammirevoli anche se il mio umore li scoraggiava non poco. Ma essi erano sempre lì, ogni giorno, sudati e fiduciosi.

     Con il ritorno a casa iniziammo le visite mediche presso specialisti di gastroenterologia per trovare soluzioni al mio problema. Le risposte erano più o meno, di fronte alla diagnosi del chirurgo, queste: "Deve stare tranquillo, non lavorare, non allontanarsi dalla città, non affaticarsi, tornare fra qualche settimana per una nuova visita" La situazione era chiara, di grave pericolo, anche se inespressa. Tuttavia il mio tono fisico era buono e migliorava progressivamente.

     L'8 Settembre fu il giorno del nostro battesimo. Un giorno di gioia, una grande esperienza spirituale, con i nostri missionari e con il calore di tutti i membri della Chiesa di Genova. Il dono dello Spirito Santo. L'abbandono definitivo di ogni dubbio, di ogni ritrosia. La nostra via verso la vita eterna era iniziata.

     Giorni dopo, il nostro medico decise di fare un controllo radiografico da un ottimo radiologo. L'appuntamento era per un venerdì mattina. Mi recai nello studio ed il radiologo, con la documentazione del mio caso a disposizione, iniziò la sua opera. Mi trattenne tutta la mattinata chiamandomi ripetutamente. A mezzogiorno mi mandò a pranzo ma mi pregò di tornare. Nel pomeriggio continuò a radiografarmi alternando periodi di sosta, di passeggio all'esterno, e di nuove radiografie. A sera mi disse che mi avrebbe consegnato il suo referto il Lunedì successivo. Il Lunedì trovai tutto pronto con una lettera per il mio medico. Il radiologo mi spiegò che le numerose radiografie fatte non rivelavano alcun male e che egli continuava a studiare il caso alla luce del referto del chirurgo, e così continuava la ricerca per capire. Mi aveva poi rimandato al Lunedì successivo perché il Sabato avrebbe incontrato dei colleghi radiologi e gastroenterologi ai quali intendeva sottoporre il mio caso. Il Lunedì mi disse che anch'essi non riuscivano a spiegarsi cosa fosse accaduto e che si poteva pensare soltanto ad un chirurgo ubriaco o ad un miracolo.

     Io sorrisi alle parole del radiologo, perchè mi resi improvvisamente conto che il Signore aveva voluto guarirmi in modo miracoloso. Poi Rosa ed io collegammo ogni cosa. Il non aver mai incontrato i missionari a Milano, l'esserci trasferiti a Genova per un lavoro che era andato male e che poi ci costrinse, un mese dopo il nostro battesimo, a tornare in Lombardia, i missionari che bussarono alla nostra porta a Genova, la nostra conversione travagliata, la nostra gioia per aver cambiato completamente la nostra vita, la nostra gratitudine al Signore per averci scelto e chiamato, la nostra crescita spirituale. Tutto ci portava ad una testimonianza di grande ricchezza, a decisioni definitive, ad una luce splendida.

     Luce che dopo molti anni continua a splendere con sempre maggiore intensità.

     Mario e Rosa Vaira

8 Settembre 2003. 30mo anniversario del nostro battesimo nella Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.



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